Materiali a base biologica
I materiali biobased sono biopolimeri sintetizzati chimicamente da risorse rinnovabili e possono essere un’altra alternativa al poliestere e alle fibre sintetiche.
Le fibre possono essere realizzate in bioplastica o in plastiche parzialmente biobased; le bioplastiche derivano da biomasse rinnovabili come le patate o il mais. Possono avere proprietà simili a quelle delle plastiche derivate dal petrolio, ma utilizzano dal 20 al 30% di energia in meno per produrle. Come tecnologie emergenti, hanno un grande potenziale per il futuro, ma attualmente non offrono la versatilità delle plastiche derivate dal petrolio. Dobbiamo anche tenere conto della fonte della biomassa, infatti l’impatto della coltivazione di questa massa può superare i benefici, ad esempio l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari o la deforestazione.
Negli ultimi anni sono state sviluppate molte nuove fibre che oggi rappresentano un’alternativa a quelle tradizionali. Una di queste è il Sorona, un materiale sviluppato da Dupont, l’azienda che ha creato il nylon nel 1935, un’ottima alternativa al poliestere, in quanto simile ad esso nelle prestazioni ma composto da PTT, una sostanza ottenuta dalla fermentazione del glucosio e dalla lavorazione dei semi di mais. Questo materiale è stato declinato in diverse varianti: per i costumi da bagno, per i piumini, per l’abbigliamento tecnico-sportivo e per capi più sofisticati, mescolati a sete, cotoni e lini. Orange Fiber, invece, è un’azienda siciliana che utilizza gli scarti degli agrumi, quelli che non possono essere utilizzati per produrre succo di frutta. Da questi estraggono la cellulosa, che viene utilizzata per produrre un tessuto, che può essere puro nella composizione o mescolato con altre fibre. Ultimamente, molti progetti innovativi stanno lanciando fibre simili. Tra questi, Mylo, un’imitazione della pelle ricavata dal micelio (radice di fungo), Pinatex, una similpelle derivata dalle foglie di ananas, Wineleather, un materiale simile alla pelle per caratteristiche meccaniche ed estetiche prodotto dagli scarti della produzione vinicola, e Lanital, ora ribattezzata Qmilk, una fibra simile alla lana derivata dal latte, inventata nel 1935 e recentemente tornata in auge per le sue caratteristiche di sostenibilità. Leggera, anallergica, traspirante e antibatterica, è una fibra morbida al tatto che trattiene bene il calore ed è caratterizzata da una ridotta impronta idrica, 2 l per 1 kg di materiale, contro i 10.000 necessari per la stessa quantità di cotone.