Produzione sartoriale/artigianale
Durante e dopo la pandemia si è assistito a un aumento del revival delle forme di artigianato domestico, e le iniziative nate dal desiderio di esplorare nuove tecniche, valorizzare la creatività personale e apprendere competenze per l’autoproduzione sono spesso diventate progetti imprenditoriali e start-up a tutti gli effetti. Non si era mai vista prima una tale proliferazione di piccoli marchi artigianali, maglieria, accessori e progetti di moda che si affacciano sulla scena indipendente.
Se il fast fashion ha democratizzato l’offerta di moda, spostando l’attenzione dalla confezione del capo al continuo cambiamento di stili, disponibili a prezzi molto bassi, questa tendenza sembra attestare un’inversione di rotta, che privilegia la qualità della lavorazione, la conoscenza delle tecniche di trasformazione dei tessuti e l’unicità del capo rispetto alla novità.
Le tecniche artigianali sono spesso sinonimo di qualità e know-how. È il caso, ad esempio, del Made in Italy, il cui prestigio è legato innanzitutto all’associazione con l’artigianato italiano.
Quando si parla di piccola produzione si parla anche di tempo, di tempi di produzione che, per il tipo di lavoro, sono necessariamente più lunghi. L’artigianato diventa così un modo per rallentare il processo di progettazione e produzione.
Bisogna sicuramente considerare i costi, che saranno più alti rispetto alla produzione di massa, ma che corrispondono al tipo di prodotto, un prodotto artigianale realizzato in serie limitata.
E si spera che questo porti alla consapevolezza che i vestiti non dovrebbero essere oggetti usa e getta, ma da custodire e conservare per tutta la vita.
Fonte: Lottozero, ph.Rachele Salvioli