Breve storia della sostenibilità e degli SDG
Il primo interesse per l’ambiente come posta in gioco politica è apparso per la prima volta negli anni ’70, con l’organizzazione del primo “Vertice della Terra” a Stoccolma nel 1972, che ha portato alla Dichiarazione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano (1972). Bisogna poi aspettare il 1992 per vedere l’organizzazione del secondo “Vertice della Terra”, organizzato a Rio, dove viene adottata la Convenzione di Rio (detta anche Convenzione sulla diversità biologica), che introduce il principio di precauzione e l’Agenda 21. Nel 1997, la conferenza di Kyoto sul cambiamento climatico segna una svolta nelle politiche internazionali, con l’inizio dei negoziati per il protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni di CO2. Questo protocollo è stato infine adottato ed è entrato in vigore nel 2005, dopo 8 anni di negoziati. Nell’ultimo decennio si sono tenuti nuovi “Vertici della Terra” e conferenze internazionali (2009 – Conferenza di Copenaghen sul clima, 2010, Conferenza di Cancún sul clima), 2012 Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile a Rio, ecc. Durante questa conferenza, i leader mondiali hanno concordato l’Agenda 2030, un insieme di 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile[1] e 169 obiettivi proposti dalle Nazioni Unite, che stabilisce un piano per raggiungere gli Obiettivi in 15 anni. Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una chiamata universale all’azione per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e migliorare la vita e le prospettive delle persone in tutto il mondo.
Fonte: www.meuskills.eu[2]
L’UE ha contribuito in modo determinante alla definizione dell’Agenda 2030. Inoltre, l’UE e i suoi Paesi membri sono pienamente impegnati nell’attuazione dell’Agenda 2030 e dei suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile, che si riflettono nelle principali politiche dell’UE. Pertanto, le attuali politiche europee fanno ampio riferimento agli SDG.
Ecco una sintesi degli SDG:
Fonte: UN
Nel gennaio 2019 la Commissione europea ha pubblicato il documento di riflessione Verso un’Europa sostenibile nel 2030, presentato come il primo passo per una futura strategia europea per l’attuazione globale dell’Agenda 2030. Il documento fa chiare allusioni al ruolo che le aziende potrebbero svolgere per lo sviluppo sostenibile.[1] In questa pubblicazione, la Commissione europea riconosce espressamente che le aziende avranno un ruolo essenziale da svolgere nella transizione verso la sostenibilità: “le nostre aziende sono già all’avanguardia rispetto ai loro concorrenti mondiali“. Tuttavia, essa lancia un costante appello all’azione, in quanto vi sono ampi margini di miglioramento. Per lavorare sulle priorità stabilite, l’UE menziona in questo documento i cosiddetti strumenti orizzontali, ovvero aree di azione che possono accelerare la transizione verso la sostenibilità nelle regioni. Alcune proposte sono strettamente legate al settore delle imprese, come la tecnologia, l’innovazione e la digitalizzazione, mentre altre fanno direttamente riferimento alle aziende, come la responsabilità sociale e i nuovi modelli di business. La Commissione intende attribuire alle imprese un ruolo fondamentale, considerando la loro elevata capacità di impatto e i loro sforzi in termini di responsabilità, come dimostra il fatto che nel 2017 il 78% delle aziende leader a livello mondiale ha già incluso criteri di responsabilità sociale nei propri rapporti annuali.
Per ora, il livello di coercizione è ancora basso e si scelgono misure di incentivazione per muoversi verso la sostenibilità. Tra le principali misure contemplate dall’UE vi è l’adozione di incentivi per quelle aziende che integrano gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nelle loro attività, la promozione di standard di condotta aziendale come i Principi Guida sulle Imprese e i Diritti Umani, o la promozione di aziende e imprenditori sociali. Inoltre, il rapporto evidenzia importanti opportunità per i mercati:
- l’economia circolare può generare un beneficio economico netto di 1.800 miliardi di euro nelle regioni in cui viene attuata e potrebbe creare più di un milione di nuovi posti di lavoro fino al 2030;
- Le energie rinnovabili possono portare alla creazione di 900.000 posti di lavoro fino allo stesso anno.
[1] https://sustainabledevelopment.un.org/?menu=1300
[2] Link per l’edizione del grafico: https://www.canva.com/design/DAEwov3lpkU/yo8ugVtVguZq1OmGggDSVA/edit?utm_content=DAEwov3lpkU&utm_campaign=designshare&utm_medium=link2&utm_source=sharebutton
[3] Documento di riflessione per un’Europa sostenibile entro il 2030. Commissione europea. COM(2019)22 del 30 gennaio 2019.