Breve storia dell’industria tessile/moda fino ai modelli di business attuali
L’industria tessile esiste fin dalla preistoria. La sua evoluzione è in gran parte legata al progresso tecnologico e alle vie di distribuzione, la più famosa delle quali è la via della seta, che è stata la principale via commerciale per i prodotti tessili dall’Impero Romano fino al XV secolo.
Nella preistoria, l’uomo utilizzava peli di animali o piante per produrre fibre. La seta, che è l’unica fibra naturale formata da filamenti che possono essere uniti e trasformati in filato mediante torsione, è stata introdotta in Cina intorno al 2600 prima di Cristo. Le altre fibre naturali devono essere stirate e allineate parallelamente mediante pettinatura, quindi trasformate in un filato continuo mediante filatura. L’arcolaio fu meccanizzato in Europa intorno al 1400, per la prima importante crescita dell’industria in Europa. Ulteriori miglioramenti meccanici furono introdotti nel corso dei secoli fino a quando il tessile raggiunse la rivoluzione industriale nel XVIII-XIX secolo. La meccanizzazione della tessitura iniziò nel 1733 con la navetta volante di John Kay, poi il primo telaio a vapore creato da Edmund Cartwright nel 1788 accelerò il processo. In Francia, Barthélemy Thimonnier inventò la prima macchina da cucire nel 1830. Parallelamente, a metà del XVIII secolo sono state sviluppate le prime fibre sintetiche, ricavate dalla cellulosa o da prodotti petrolchimici, che vengono sempre più utilizzate da sole o in combinazione.
I progressi tecnici compiuti nel corso dei secoli XVIII-XIX non solo hanno dato il via alla moderna industria tessile, ma sono all’origine della rivoluzione industriale e dello sviluppo economico, nonché di profondi cambiamenti familiari e sociali nei Paesi industrializzati. Prima nel Regno Unito, poi in Belgio, Francia, Germania e Stati Uniti, la rivoluzione industriale spingerà la maggior parte delle società dall’agricoltura e dall’artigianato verso l’industria e il commercio.
Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Modern_Times_(film)#/media/File:Chaplin_-_Modern_Times.jpg
La rapida industrializzazione dei Paesi asiatici a partire dagli anni ’60 e ’70 manda presto in frantumi la dicotomia Nord-Sud. In pochi decenni, la distribuzione geografica della produzione nel settore tessile, dell’abbigliamento e delle calzature è cambiata profondamente. Mentre l’occupazione in questo settore diminuisce fortemente in Europa o in Nord America, la produzione viene delocalizzata in Asia e in altre parti del mondo in via di sviluppo. Se la società industriale era già stata criticata nei Paesi del Nord per la concezione moderna del lavoro che aveva sviluppato, basata su compiti meccanici e ripetitivi e su bassi salari nelle fabbriche, questo spostamento della produzione in Asia ha avuto in generale conseguenze ancora più negative sui salari e sulle condizioni di lavoro.
Dopo il declino della via della seta, sono emersi nuovi canali di distribuzione per i prodotti tessili e della moda, soprattutto nel XX secolo, mentre i vecchi collegamenti via terra sono stati bloccati dalla Prima guerra mondiale e dalla guerra fredda. Il trasporto marittimo dei prodotti iniziò a svilupparsi grazie al Canale di Suez, che oggi è una delle principali rotte commerciali tra Europa e Asia. Nel marzo 2021, la crisi del Canale di Suez, con la nave Ever Given che ha bloccato il traffico marittimo per 6 giorni, con conseguenze sulla fornitura di prodotti in tutto il mondo, ha evidenziato l’importanza di questa rotta commerciale.
Fonte: Le due vie per il progetto “Una campana-un percorso” [yourfreetemplates] ARTICOLO / Jimena Puga Gómez [Spanish version]
L’abbondanza di manodopera cinese a basso costo, insieme alla mancanza di conformità normativa, alle basse tasse e imposte e alle pratiche valutarie competitive hanno trasformato la Cina nel più grande produttore mondiale.
Oggi la rivitalizzazione dell’antica Via della Seta è diventata una delle maggiori sfide per l’economia cinese e mondiale, che comporta una rivoluzione nelle infrastrutture di trasporto di merci, energie, tecnologie e persone. In particolare, per la Cina, questa One-Belt-One Road dovrebbe rafforzare la propria supremazia commerciale sul resto dei Paesi.
Dietro la Cina, che ha esportato per un valore di circa 154 miliardi di dollari nel 2020, l’India è oggi il secondo esportatore mondiale di prodotti tessili e di abbigliamento, con un valore di 44,4 miliardi di dollari nel 2022, e offre lavoro a oltre 35 milioni di persone nel Paese.